Ci proveranno. Ora che la crisi è formalmente aperta, PD e Movimento 5 Stelle faranno un tentativo. La distanza da colmare è ancora tanta, non è detto che ci si riesca, ma un primo passo è l'assicurazione da parte di Matteo Renzi, in Aula, al Senato, che se si farà, si farà senza di lui. “Io non so se in nome della responsabilità noi voteremo in futuro lo stesso Governo. Sono certo che ove questo avvenisse, di questo Governo io non farò parte, in modo orgoglioso. Non un colpo di Stato cambiare il Governo, è un colpo di sole aprire una crisi in questo momento. Questo è il Parlamento, Ministro Salvini, non è il Papeete! Lei deve avere rispetto per la situazione del Paese!”. Tra poche ore la direzione del PD, con Nicola Zingaretti, indicherà i prossimi passi. Il Segretario chiede discontinuità di uomini e di programmi per aprire una nuova fase. No a papocchi insomma, no a governi di piccolo cabotaggio. Il PD - dice Zingaretti - non ha paura di andare alle elezioni. Così come non ci sta a passare per chi ha paura del voto il Movimento 5 Stelle, che ribalta tutta la narrativa salviniana rigettando sul leader leghista, in Aula, quei “no” che sarebbero stati alla base della crisi di Governo, primo fra tutti il rifiuto di Salvini di dimettersi da Ministro dell'Interno. “Ministro Salvini, è evidente chi ha aperto questa crisi, su questo non ci sono parole, è evidente chi ha aperto questa crisi. Noi siamo il Movimento 5 stelle, noi non abbiamo paura di svegliarci la mattina e guardarci in faccia, noi non abbiamo paura di rivolgerci nuovamente al Paese e al popolo con le nuove elezioni”. Forza Italia indica nel ritorno al voto la via maestra e sospetta che da tempo si stia lavorando ad una maggioranza giallo-rossa. Fratelli d'Italia è sulla stessa lunghezza d'onda e sarà interessante capire se questa assonanza con le tesi salviniane porterà ad un riavvicinamento nel centrodestra, che chiede, adesso con una voce sola, le elezioni anticipate. “Elezioni subito! Elezioni subito!”.