Crisi Governo, le opposizioni puntano al voto

08 dic 2016
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L’unica alternativa a un Governo lacrime e sangue è un Governo politico a guida Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo lo scrive: ancora una volta, l’unica soluzione per evitare il guinzaglio di Bruxelles è il voto popolare, il più presto possibile. A poche ore dalla salita al Colle, i 5 Stelle tornano a escludere ogni ipotesi di Governo di scopo o tecnico che sia. “Non ci sono correnti dentro il Movimento 5 Stelle. Chiaramente c’è una dialettica interna, come in tutti i gruppi politici. Noi però stiamo lavorando in modo sodo al programma di governo che presenteremo e a trovare la chiave giusta per far sì che finalmente gli italiani possano votare, perché il Partito Democratico si sta arroccando nel tentativo di rimanere più a lungo possibile, probabilmente per arrivare a pensione, che scatta a settembre. Questo Paese non ha bisogno oggi di un nuovo Governo. Ha bisogno di prorogare le attività base del Governo per arrivare ad adattare la legge elettorale, che già abbiamo, applicarla al Senato con i correttivi della Consulta, e andare prima possibile al voto”. La legge elettorale, dicono, ci sarà in fretta, il Legalicum ovvero l’Italicum modificato dalla Consulta. Tanto che – era stata la semi-apertura di Di Maio – Renzi potrebbe restare dimissionario fino al voto. Urne che invoca anche Forza Italia, sebbene non con altrettanta compattezza. Il Cavaliere vorrebbe giocare un ruolo nel disegnare la legge elettorale, ma per ora resta cauto, anche per non incrinare l’asse con la Lega, incarnato dal Governatore Toti. “Molto semplicemente aggiungerebbe confusione in una legislatura che già di confusione ne ha vista parecchia sotto le volte delle due Camere. Il tema è molto semplice: questa era una legislatura costituente, che si è aperta di fatto con il famoso discorso di Napolitano per la sua rielezione, e si è chiusa il 5 mattina con i risultati di un referendum in cui gli italiani hanno liberamente scelto cosa pensavano di questa legislatura. Poi aggiungiamoci pure un giudizio sull’azione di governo, ma insomma, ormai è tutto secondario. A questo punto, io credo che chi ha deciso e impostato i lavori della legislatura in questo modo e si è incaricato di portarla alla fine in questo modo, si incarichi anche di scriverne i titoli di coda”. Il Carroccio che, con Salvini, non abbandona la linea del ritorno alle urne, evocando, in caso il voto non arrivasse in tempi rapidi, proteste di piazza.

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