Con Mask si discute ma non c'è nulla di deciso. A confermarlo in aula è il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, che è molto più netto quando si parla della spesa per la difesa in seno alla Nato. Impossibile sia al 5% come chiesto da Trump, dice, anche se sarà sicuramente più del 2% che noi già fatichiamo a raggiungere. Sul possibile accordo con Musk Crosetto invece lascia aperta la porta. Space X ha capacità utili per la difesa, sottolinea, se si opterà per una soluzione commerciale si farà un tavolo tecnico. Per ora, comunque, nessuna firma e nessun accordo. "Relativamente a Space X, che conta oltre 6700 satelliti in orbita bassa e una previsione di 42 mila, e oggi un operatore che riunisce requisiti possiede capacità necessarie per servire il servizio in parola. Ma questo non esclude che un paese sovrano e tecnologicamente avanzato come il nostro, possa gestire l'instradamento alla cifratura dei suoi dati sensibili utilizzanti apparati e tecnologie proprietarie a ulteriore tutela degli interessi nazionali". Il ministro è stato chiamato in Parlamento da una interrogazione di Nicola Fratoianni, Alleanza Verdi sinistra, tutte le opposizioni ritengono un pericolo strategico: dare a Musk le chiavi dei nostri dati. "In materia di infrastrutture strategiche, in materia di sicurezza nazionale, in materia di difesa l'affidamento di uno stato sovrano è sottoposto al controllo democratico ad un monopolista privato, chiunque esso sia, è un gigantesco problema politico". La trattativa con Musk è un punto di attrito anche nella maggioranza, la Lega di Matteo Salvini spinge per un accordo. Molto più cauto invece Forza Italia e Fratelli d'Italia. Giorgia Meloni dovrà trovare un punto di equilibrio che tenga insieme l'interesse nazionale e la volontà di non deludere uno degli uomini più influenti della nascente amministrazione Trump.