Da un lato il centrodestra che si ricompatta in aula, dall'altro il centrosinistra che si divide. In mezzo il Ddl Zan, affossato a Palazzo Madama dal voto segreto e forse, soprattutto, dalle prove di forza e le strategie in vista della partita del Quirinale, di fatto ormai entrata nel vivo. Che la maggioranza eterogenea, a sostegno del Governo, non avesse mai brillato di compattezza, era chiaro fin dall'inizio. Difficile tenere insieme Lega e PD, 5 Stelle e renziani, ma le tensioni sono andate via via crescendo e l'esame del provvedimento contro l'omotransfobia, le accuse reciproche sulla responsabilità dei franchi tiratori, ha dato più che mai l'idea di rappresentare benzina su un fuoco già acceso e pronto, forse, a divampare nei prossimi mesi. Un nuovo vertice nel centrodestra, a casa Berlusconi, questa volta tra le forze governative, Lega e Forza Italia, sigla un patto. Strategia comune sul Governo, per il Colle e sulla legge elettorale. Nessun alternativa all'unità, un valore, afferma il leader del Carroccio, che poi tornando sul Ddl Zan ribadisce: "L'arroganza di Letta e del PD, che non hanno voluto ascoltare nessuno, nemmeno il Santo Padre, ha portato all'affossamento del Ddl Zan. Però questo non deve fermare la battaglia contro ogni tipo di violenza e discriminazione". Sul fronte opposto volano gli stracci. Per il ministro Di Maio presto vedremo Renzi del centrodestra e tutto il PD non risparmia attacchi all'ex premier, accusato di aver contribuito a stoppare il provvedimento. "Si è sancita una rottura, che è una rottura di fiducia, e questa rottura di fiducia è a tutto campo appunto, sicuramente con Italia Viva il ragionamento è quello che sto dicendo". Durissima la replica di Renzi: "Dico che questa legge Zan è fallita per colpa, responsabilità e scelta del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle". La battaglia è solo cominciata.