Nicola Zingaretti affronta una delicata direzione del Partito e rinnova il suo appello all'Unità. Fissa alcuni punti cruciali per evitare ulteriori possibili strappi, a partire dal prossimo voto sul referendum. Come previsto il Segretario chiede di schierare il Partito a favore del taglio dei parlamentari. e lega la richiesta alla proposta illustrata nelle ultime ore da Luciano Violante, quella di unire la campagna per il sì a una raccolta di firme per il superamento del bicameralismo perfetto. Ho proposto un sì per cambiare. Finalmente per fare le riforme. Tutta la vita ho lottato contro l'antipolitica e lotterò tutta la vita contro l'antipolitica, ma per farlo è giusto cambiare. Non una questione di risparmi piuttosto una scelta legata ad un percorso di riforme inimitabile. La nuova legge elettorale proporzionale ad esempio, attesa nelle prossime ore in Commissione a Montecitorio. Zingaretti rivendica la scelta di aver dato vita al Governo giallorosso, importante durante la gestione della pandemia e determinante in un momento cruciale per l'attuazione di una serie di riforme necessarie per il futuro. Ma proprio in merito l'alleanza sottolinea: “noi non stiamo al Governo a tutti i costi, ci stiamo finché il Governo fa cose utili al Paese”. E poi il nodo delle regionali, paradossale per il Segretario che delle forze che affrontano insieme le sfide del governo, rifiutino di confrontarsi insieme nei territori, escludendo a priori le alleanze. L'ipotesi di perdere le regioni guidate storicamente al centrosinistra, agita le acque del Partito. Dall'opposizione la sfida è quella del 7 a 0. La mia ambizione è di vincere in tutte e sette le regioni, poi è un voto regionale. Quindi è un voto dei toscani per i toscani, dei pugliesi per i pugliesi e dei veneti per i veneti. Le sorti del Governo dipenderanno da altro, non dalle regionali o dal referendum.