A Palazzo Chigi si lavora per spianare la strada al Decreto Agosto per farlo approvare entro questo fine settimana dal Consiglio dei Ministri. L'obiettivo è provare a dribblare le tensioni soprattutto per quel che riguarda il pacchetto lavoro, sulla proroga della Cassa Integrazione e sul termine del blocco dei licenziamenti. Con il provvedimento il Governo vuole spingere i consumi. Ci sono una serie di misure volte a dare un sostegno a chi spende, per esempio si pensava ad un ristoro del 20% delle spese che vengono effettuate nei ristoranti. Abbiamo incontrato tutte le associazioni di categoria dal settore alberghiero a quello dell'organizzazione degli eventi perché è chiaro che in questa fase 2 va sicuramente dato un nuovo respiro a questi settori economici. Sul blocco dei licenziamenti c'era l'ipotesi di legarlo alla fine dello stato di emergenza fissato al 15 ottobre, ma la Maggioranza sta valutando l'estensione fino alla fine dell'anno, visto anche il pressing dei sindacati, da CGIL, CISL e UIL è infatti arrivata la minaccia dello sciopero generale. Il blocco dei licenziamenti lo abbiamo chiesto, ne abbiamo discusso con il Ministro del Lavoro, deve andare alla fine dell'anno, altre soluzioni non sono assolutamente accettabili e insieme a CISL e UIL valuteremo che cosa fare. Secca la replica di Confindustria, inutile evocare ora lo sciopero generale. C'è poi il nuovo decreto sull'emergenza Coronavirus su cui il Governo sta lavorando, ma dalla Camera dei Deputati precisano che il provvedimento non potrà far scattare un lockdown nazionale, ma solo chiusure locali legate a nuovi focolai. Nel corso del Question Time, il ministro della salute Roberto Speranza ribadisce che la Stella Polare è la stessa, le istituzioni repubblicane finora hanno retto, il servizio sanitario nazionale ha retto, il nostro obiettivo è continuare su questa battaglia. Intanto il tam-tam del turn over al Viminale tra Luciana Lamorgese e Nicola Zingaretti ha costretto il Segretario del Pd a telefonare alla ministra per negare questo scenario. Anche Luigi di Maio esclude i cambi in corsa, non serve alcun rimpasto, la Maggioranza è forte, il Governo è solido e compatto. Silvio Berlusconi non vuole essere tirato per la giacca, nessun gioco di sponda con la Maggioranza, nessuna possibilità e nessuna volontà di entrare in questo Governo.