Dl elezioni, ora è legge ma ancora tensioni e polemiche

19 giu 2020
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Si parte dalla fine, con il voto che è arrivato al Senato. Ecco la fiducia sul Dl Elezioni che ora è legge. Un provvedimento che disciplina le prossime elezioni suppletive regionali, comunali, e l'election day con il referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari. 158 i voti favorevoli, zero contrari e astenuti con l'opposizione che non si è presentata in aula. Ma la giornata in un clima di altissima tensione ha segnato le difficoltà i malumori e anche il fiato corto della maggioranza, preludio a quanto potrebbe accadere nel voto sul Mes quando sarà. Tutto è cominciato ieri con lo sgambetto tentato dal leghista Calderoli e poi la mancanza del numero legale al momento del voto. Risultato: votazione annullata con la Presidenza di Palazzo Madama che ha fatto le verifiche del caso, riscontrando un errore nel computo dei congedi. Un errore definito tecnico che ha comportato una nuova votazione. Ed ecco i veleni lo scambio di accuse al vetriolo tra maggioranza e centrodestra. Non solo, il centrosinistra ha anche criticato la gestione dell'aula della Presidente Casellati che si è difesa. Devo dire che sono fortemente amareggiata per quello che è successo ieri pomeriggio sul voto di fiducia. Devo dire che non c'ero io c'era la presidente Taverna. L'ufficio di Presidenza e il personale. Fare nomi e cognomi, svilisce solo le istituzioni. Io ieri presiedevo in sostituzione del collega La Russa che coscientemente, sapendo quello che sarebbe successo in questa aula, ossia la volontà di far mancare il numero legale e non una contrapposizione politica tra chi era a favore e chi era contrario al provvedimento. Successivamente tra richieste di pubbliche scuse e di dimissioni lo scontro politico è continuato con accuse reciproche. La destra di Salvini e della Meloni, organizza agguati, ma poi opta per il weekend lungo le parole del capogruppo Pd Andrea Marcucci. Dura la replica della Lega con Massimiliano Romeo. Di un Governo senza una guida, senza una visione che rimanda il Piano rilancio del Paese al mese di settembre in una situazione direi di grandissima difficoltà,

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