L'obiettivo di un G20 ad hoc sull'Afghanistan proposto da Mario Draghi piace al Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che però vuole sapere con chiarezza quale sarà il ruolo riservato a Mosca. Lavrov espone poi le sue perplessità che diventano richieste ad un tavolo come questo dove è stato lo stesso Draghi a ripetere che la presenza di Russia e Cina è fondamentale. E Draghi ha chiaro quanto è difficile mettere insieme potenze mondiali al momento molto distanti. Innanzitutto, chiede Lavrov, serve la presenza anche di Pakistan e Iran, oltre ai 5 paesi dell'Asia Centrale. Le priorità della Russia sul post 31 agosto sono poi diverse da quelle spiegate dal Ministro Di Maio, che aveva proposto come priorità la protezione dei civili, la tutela dei diritti umani, gli aiuti umanitari, la lotta al terrorismo e il controllo dei flussi migratori. Per Lavrov questi ultimi due punti sono prioritari, soprattutto la tutela dei confini meridionali della Russia. "La situazione in Afghanistan, tema al centro del colloquio di oggi e ove è essenziale mantenere il più stretto coordinamento tra i partner internazionali. In questo contesto, per noi, il dialogo con la Russia è imprescindibile". La priorità è assicurare la stabilizzazione e la sicurezza nel Paese e su scala regionale far fronte all'emergenza umanitaria, concordano il Premier italiano e l'inviato di Putin. Bisognerà ora capire cosa pensano gli Stati Uniti dell'ipotesi di un G20 straordinario così allargato che Roma vorrebbe convocare già il mese prossimo. "Nel passato abbiamo avuto altri esempi, come la situazione in Iran e non solo e dunque i politici, secondo me, dovrebbero fissare molto bene nella loro mente il fatto che le soluzioni congiunte non sono mai semplici". Il Presidente del Consiglio ha sentito telefonicamente anche il Primo Ministro indiano Narendra Modi, altra pedina cruciale nello scacchiere asiatico. Con Draghi abbiamo parlato della necessità di una risposta coordinata alla crisi afghana, scrive in un tweet il Premier indiano, fornendo implicitamente una via alternativa al G20 straordinario: quello di un coordinamento che prescinda dal format.