Elezioni, Meloni vede Tajani per parlare di riforme

E' l'ora del silenzio, della riflessione, la sconfitta del PD, il MoVimento 5 Stelle rimontato al sud rispetto alle previsioni e il Terzo Polo di Renzi e Calenda che non ha sfondato eppur tutti all'opposizione. Sarà dura e intransigente, assicura il segretario dem Letta, che guiderà il PD fino al Congresso, probabilmente a inizio del prossimo anno e non si ricandiderà. E' già partito il toto nome, dal governatore Bonaccini al sindaco Ricci all'ex ministro Paola De Micheli che formalizza la sua candidatura. Nei prossimi giorni saranno riuniti gli organi del partito, il tema che dominerà i prossimi mesi sarà o dovrebbe essere il futuro del PD, la sua identità. Serve un nuovo PD o qualcosa che vada oltre il PD, dice l'ex ministro Orlando. Il tema non sono tanto le alleanze, afferma il rieletto Orfini ma chi siamo, cosa siamo. Certo è che la mancata alleanza con il Movimento 5 Stelle rimane al centro del dibattito post voto, almeno a livello di accuse, di errori o mancanza di strategia e in prospettiva, come ripresa di un dialogo per quel campo largo che Letta aveva iniziato a costruire con i 5 Stelle e bloccato dopo la caduta del Governo Draghi, anche se per Conte bisognerà aspettare l'esito del congresso dem. Dal Terzo Polo intanto si fa sentire Renzi. Faremo opposizione a Meloni premier, voteremo contro la fiducia, afferma Renzi, che però si dice pronto a partecipare se sarà proposto a un tavolo per fare insieme le riforme costituzionali.