Fisco, caos nella maggioranza. Governo non esclude fiducia

07 apr 2022
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La maggioranza è in tilt sulla riforma del fisco. Dopo la spaccatura sulla riforma del catasto, passata per un soffio, sulla delega, in Commissione si è sfiorata la rissa. Il Presidente Marattin ha sconvocato le riunioni successive. Serve un chiarimento politico. "Ho capito che in questo Paese, il fisco è ancora solo una materia da campagna elettorale. Io personalmente e credo tutta la maggioranza, fino all'ultimo istante, sono pronti a non buttare via il lavoro di un anno e mezzo che è stato fatto." La Lega, ha sancito la spaccatura totale: così com'è non la votiamo, dicono i capigruppo. Il centro-destra, annuncia Salvini, chiederà a Draghi un incontro per evitare nuove tasse. "In questo momento mettere le mani nelle tasche degli italiani, è assolutamente fuori dal mondo. Quindi son convinto che si sia trattato solo di un incidente di percorso e stiamo già lavorando per fare altre proposte, per trovare altri soldi, senza salassare gli italiani." Anche Forza Italia si è sfilata, ma lasciando aperto uno spiraglio. PD e Movimento 5 Stelle accusano il centro-destra di agire, pensando alle imminenti elezioni amministrative. Da loro solo falsità, dice la Serracchiani, così si mette a rischio il Governo. "Una maggioranza che si divide, come sta facendo, sulla delega fiscale, sul Consiglio Superiore della Magistratura, tutte riforme che sono necessarie al Paese. Io, onestamente guardi, faccio veramente tanta, tanta fatica." Sono principalmente due i nodi da sciogliere. Il primo si chiama sistema duale. In sostanza la riforma cambia l'architettura fiscale del nostro Paese, creando una doppia corsia. Da una parte i redditi da lavoro e pensione che avrebbero una tassazione progressiva. Tutti gli altri, compresi affitti, titoli di Stato e rendite finanziarie, verrebbero tassati in una fase intermedia con due aliquote, per arrivare poi ad una aliquota unica. Ed è qui che il centro-destra vede la possibilità di un aumento delle tasse su locazioni e BOT, ed è per questo che ha chiesto al Governo, ed è questo il secondo punto di scontro, di rendere vincolante il parere della Commissione, per evitare, dicono il centro-destra, che una manina furtiva posta trasforma la delega fiscale, in un salasso sul mattone e sui titoli di Stato. Richiesta rispedita al mittente dal relatore e dal Governo, che intende andare avanti, se necessario, anche con il voto di fiducia, che sarebbe, viste le premesse, il vero "redde rationem" di questa maggioranza.

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