Portato via dal Covid a 87 anni, se n'è andato uno dei grandi vecchi del sindacato e della politica italiana. All'inizio di gennaio, era risultato positivo al coronavirus, ed era stato ricoverato all'ospedale San Camillo de Lellis di Rieti. La notizia della scomparsa è stata data con un tweet da Pierluigi Castagnetti, che ha ricordato l'amico uomo integro, forte e fedele al grande ideale della libertà. Nato nel 1933 a San Pio delle camere, in provincia dell'Aquila, in una famiglia dalle modeste origini Franco Marini ha ereditato tenacia impegno e sobrietà dalla montagna, alle pendici del gran Sasso. Una fama da duro, tanto da essere soprannominato il lupo marsicano. Un lupo col cuore da mediatore però. In Abruzzo i suoi primi passi nel mondo sindacale che lo portarono nel '95 a diventare segretario generale della CISL, da sempre iscritto alla DC, attivo nell'azione cattolica si trasformò in una guida per i cattolici democratici. Nel 1991 Ministro del lavoro dell'ultimo Governo Andreotti e nel '97 segretario del partito popolare italiano. Poi i tra fondatori del Pd. Nel 2006 l'elezione a Presidente del Senato, una vita di traguardi e successi ma anche sconfitte. Forse la più grande, quella che gli impedì di scalare l'ultima vetta, il Quirinale, nel 2013. A sbarrare il passo prima a lui e poi a Romano Prodi non furono gli avversari, ma il fuoco amico dei franchi tiratori del suo stesso partito.