L'aiuto arriverà da oltreoceano. 15 miliardi di metri cubi di gas liquefatto, arriveranno in Europa dagli Stati Uniti, per quest'anno, con l'obiettivo di arrivare a 50 miliardi nel 2030. Una misura importante ma certamente non risolutiva. Per Mario Draghi sarà fondamentale capire come il gas liquefatto verrà distribuito tra tutti gli Stati membri. È ancora presto per dire quale quota spetterà all'Italia. Il Presidente del Consiglio non nasconde le difficoltà nel percorso europeo, certo, ma anche nei problemi strutturali del nostro Paese. Al momento, in Italia, ci sono tre rigassificatori: l'Adriatic Lng al largo del delta del Po da 8 miliardi di metri cubi, Panigaglia in provincia di La Spezia da 3 miliardi di metri cubi e uno al largo di Livorno da 3,75. Il progetto è quello di noleggiare altre due navi per la rigassificazione da circa 5-8 miliardi di metri cubi. Il Premier si mostra convinto che il Paese riuscirà a fronteggiare la sfida del gas in arrivo dagli Stati Uniti. Un primo passo importante, ma che nell'immediato non sarà sufficiente a garantire l'indipendenza. L'Italia importa dalla Russia 29 miliardi di metri cubi, il 40% del totale e produce poco gas. Negli ultimi mesi poi, ne ha estratto meno del solito. A gennaio appena 279 milioni di metri cubi, il 13,4% in meno, rispetto allo scorso anno. Nelle prossime settimane il Governo presenterà un piano di diversificazione dettagliato. Capitolo costi: nell'accordo raggiunto al Consiglio Europeo, si sottolinea che il prezzo deve essere accessibile, un'intesa politica dalla quale dovrebbero poi partire gli accordi commerciali. Durante il Consiglio, il Presidente Draghi ha ribadito la necessità di stabilire un tetto comune all'acquisto di gas, ma su questo punto non si è ancora trovato un accordo.























