C'è la politica e ci sono i numeri, che si tengono a doppio filo in un sistema parlamentare come il nostro in momenti di tensione, forte, del Governo e della maggioranza come quelli che stiamo vivendo in queste ore. Vediamo i numeri allora, quelli in Senato dove tra poche ore ormai, giovedì, ci sarà il voto di fiducia sul decreto aiuti. I 5 Stelle potrebbero non votare quella fiducia ma se ci basiamo solo sui numeri, e lo vediamo con la nostra grafica, il Governo avrebbe comunque abbondantemente la fiducia e potrebbe andare avanti. La politica però è tutta un'altra cosa e questo non è scontato, però questa è la situazione aritmetica. Diverso il caso se si sganciasse anche la Lega. Lega che, però, sul decreto aiuti di certo non farà sgambetti al Governo visto che l'ha già votato convintamente alla Camera. Camera dove i numeri sono simili: 5 Stelle e Lega pesano un po' meno, in ogni caso i 5 Stelle da soli non sono un problema, sempre dal punto di vista aritmetico, per il Governo Draghi perché -lo vedete- ha comunque 450 voti, quindi ben oltre la maggioranza assoluta. La politica però, poi, dicevamo, ci dice cose diverse, soprattutto a sentire Mario Draghi. Perché? Cosa può succedere? Che il Governo giovedì incassa la fiducia, compresa quella dei 5 Stelle, e a quel punto nulla quaestio, si va avanti e il Governo nonostante le sue tensioni interne può proseguire. Ma se invece i 5 Stelle non votano la fiducia, Draghi dovrebbe salire al Quirinale e a quel punto Mattarella potrebbe rinviarlo alle Camere e -ha spiegato Draghi, appunto, è un compito del Presidente della Repubblica- per verificare se ha una maggioranza. Maggioranza che in termini numerici, abbiamo visto, avrebbe tranquillamente. Tutt'altro discorso è se Draghi è disposto ad andare avanti senza i 5 Stelle. Ebbene, su questo oggi è stato molto chiaro: è tornato a dire che no, senza i 5 Stelle il Governo per lui non si fa e ha detto anche che non farebbe un Draghi-bis. Quindi questa ipotesi, quella di dimissioni di Draghi, di consultazioni al Quirinale e di un nuovo Governo guidato dallo stesso Draghi dovremmo escluderla, dobbiamo escluderla ad ascoltare l'attuale Premier. E allora ci potrebbe essere, in caso di crisi aperta, un nuovo Governo guidato da un'altra figura oppure le elezioni anticipate. Ricordiamo che per il voto anticipato servono almeno 60 giorni, a norma di leggi e regolamenti e quindi, in questo caso estremo, si andrebbe al voto con una serie di emergenze che sta vivendo il Paese e alla vigilia, praticamente, della sessione di bilancio all'inizio dell'autunno, se va bene non prima di fine settembre. Vedremo nelle prossime ore cosa accadrà, quale di questi scenari diventerà realtà.