Governo lavora a nuovo Dpcm: Natale con affetti stretti

25 nov 2020
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Un doppio fronte aperto: le misure di sicurezza socio-sanitarie da un lato tra Natale, ricongiungimenti e vacanze sulla neve. Con il nuovo DPCM che scatterà dal prossimo 4 dicembre e per il quale però la linea resta quella della massima prudenza, perché i numeri sono comunque ancora drammatici. Quest'anno sarà un Natale diverso, che va limitato agli affetti più stretti. "Nelle prossime ore discuteremo in quanti si potrà stare riuniti" spiega il Ministro Speranza che chiede di evitare spostamenti non necessari e ribadisce il principio della proporzionalità per le prossime misure. E poi dall'altro lato quello degli interventi economici. Due percorsi paralleli, in mezzo polemiche e tensioni che non mancano, come sulla scuola, dove a fronte della cautela professata da una parte dell'esecutivo, el ministro Azzolina e con lei il coordinatore del comitato tecnico scientifico Miozzo spingono per una riapertura delle superiori prima di Natale. Con il Ministro dell'Istruzione che ha convocato i Sindaci delle città metropolitane per fare squadra, dice. Per noi la priorità assoluta è la scuola, non solo riaprirla il prima possibile, ma fare in modo che resti aperta, risolvendo tutte le criticità. C'è il tema degli impianti sciistici che sconfina in Europa con il premier Conte che resta sulla linea della chiusura, scontando la protesta degli imprenditori del settore e discutendo con la Presidente della Commissione Europea Von Der Layen per chiedere misure comunitarie, osteggiate però dall'Austria pronta a chiedere nel caso un risarcimento e in parte dall'opposizione con il leader della Lega Salvini che dice se non c'è emergenza si aprono le piste, perché dietro ci sono dei lavoratori. Pensare che l'Italia possa stare senza la parte invernale per amor di Dio, si può fare, basta che il Governo mette lì 2 miliardi. Ha 2 miliardi di ristoro da metterli subito? Torna poi sulla scena il Mes, il fondo salva stati all'ordine del giorno del Governo e le posizioni non cambiano, anzi PD e Italia Viva insistono sull'utilizzo e i 5 Stelle che frenano. Una tensione alta registratasi anche in un lungo vertice tra il premier Conte e i capi delegazione e i Ministri Gualtieri, Amendola e Di Maio che doveva sancire il via libera alla posizione italiana in vista del prossimo Ecofin, dove si discuterà proprio della riforma del trattato. Alla fine il punto d'intesa, a fatica, è stato raggiunto. Il ministro dell'Economia si confronterà con il Parlamento prima di recarsi al vertice europeo.

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