Dopo aver affidato ai media la sua sofferenza per una vicenda che ha tenuto per diversi giorni il governo con il fiato sospeso, Gennaro Sangiuliano ha scritto la parola fine. Lo ha fatto con una lettera in alcuni passaggi accorati spedita a Giorgia Meloni. L'uscita dal dicastero è tutt'altro che serena. Una tranquillità che afferma proverà a ritrovare accanto a mia moglie che amo. Dopo aver a lungo meditato in giornate dolorose cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico mediatico, ho deciso di rassegnare in termini irrevocabili le mie dimissioni, scrive. Il tono nei confronti della Premier diventa quasi confidenziale che ringrazia per l'affetto testimoniato. Poi, l'ex ministro punta il dito contro il mondo del cinema; ho toccato un nervo sensibile e so di essermi attirato molte inimicizie, per aver rivisto il sistema dei contributi. Sangiuliano rivendica il suo operato. Questo lavoro non può essere macchiato da questioni di gossip e le istituzioni sono un valore troppo alto e non devono sottostare alle regioni dei singoli. Per difendere la sua onorabilità l'ex ministro annuncia un imminente esposto alla Procura della Repubblica. A stretto giro, arrivano le parole di Maria Rosaria Boccia che in un'intervista dice di non essere felice per le sue dimissioni, ma si aspetta le scuse dell'ex ministro. Non sono contenta assolutamente lui meritava quel posto, è una persona molto competente. La aspirante consigliera dell'ex ministro respinge l'accusa di essere una spia: non spiavo il ministro, lavoravo con il ministro. Non ho paura delle indagini ho detto la verità. Nega di aver agito per colpire la premier: ho votato convintamente Meloni una donna in gamba.