Non esiste alcuna possibilità che la situazione in Siria, martoriata da anni di guerra civile, possa migliorare a breve. Anzi, i contrasti tra Stati Uniti e Russia, a conclusione di un Consiglio di sicurezza che è stato un fallimento completo, hanno raggiunto un nuovo massimo. Alle accuse mosse da America, Francia e Inghilterra di barbarie e di crimini di guerra che l’aviazione russa avrebbe compiuto al fianco dei jet del regime di Bashar al-Assad, il Cremlino ha risposto con estrema irritazione. Il tono usato dagli USA è stato giudicato inaccettabile, al punto da poter arrecare grave danno anche ai rapporti bilaterali tra i due Paesi. Mosca ha anche risposto alle accuse dell’inviato speciale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, rinfacciando di fare gli interessi del gruppo di Riad, ovvero l’opposizione siriana difesa dall’Arabia Saudita. Nelle ultime ore, la Casa Bianca è tornata a farsi sentire tramite il suo portavoce. “Le valutazioni di Washington sull’approccio della Russia in Siria si basano sulle azioni dei suoi militari”, ha spiegato John Earnest. “Mosca e il governo di Assad stanno portando avanti una campagna concertata per colpire obiettivi civili e costringerli alla sottomissione”, ha aggiunto ancora Earnest. Sul campo, la situazione appare particolarmente drammatica ad Aleppo est, parte della città controllata dai ribelli e dove vivono sotto assedio quasi 300.000 persone. Lì si trovano ad operare ancora una trentina di medici che, però, non hanno i mezzi per curare i feriti. Avrebbero urgente bisogno di attrezzature chirurgiche per il trattamento di centinaia di feriti e il carburante per alimentare i generatori degli ospedali è in quantità sufficiente a garantire l’operatività per soli altri venti giorni. Pesa come un macigno anche la denuncia fatta da Save the children. Secondo l’organizzazione umanitaria, le vittime degli ultimi bombardamenti, seguiti al fallimento della tregua siglata a inizio settembre, sono, per oltre la metà, bambini.