Il primo porto sicuro di approdo dei migranti non può essere solo l'Italia o Malta. Questo è il punto che non ha reso possibile un accordo tra i Ministri dell'interno dell'Unione europea che si sono riuniti ad Helsinki. Parigi e Berlino, insistono per far approvare un documento che vincoli i paesi che si affacciano sul Mediterraneo ad essere ritenuti il porto sicuro più vicino dalle navi di salvataggio. Le posizioni restano dunque distanti con, per la prima volta, Italia e Malta schierate insieme contro Germania e Francia. Per la prima volta c'è un documento comune fra Italia e Malta, che ha raccolto altri consensi durante i lavori. Non dico che si oppone, ma che va a integrare il documento franco-tedesco, che non ci sia il porto di sbarco più vicino indicato formalmente, perché altrimenti vuol dire che tutti arrivano in Italia o a Malta. Non firmerà mai un documento che prevede che tutti arrivino a casa mia, perché poi i ricollocamenti… Sì, fidarsi è bene non fidarsi è meglio. I Ministri dell'interno europeo hanno trovato invece un accordo sulla necessità di lavorare per un impegno politico e finanziario dell'Europa per attuare accordi di sbarco e centri di raccolta nei paesi terzi. Un punto che potrebbe contribuire a risolvere i conflitti a livello europeo in termini di solidarietà e redistribuzione, per il quale si immagina un sistema che in linea con le aspettative degli stati europei più esposti, preveda misure di ridistribuzione obbligatoria. Ma il documento è ancora in fase di elaborazione. Lo stesso Salvini ha ammesso che ci vorranno altri incontri per raggiungere un accordo. Intanto c'è stata intesa con i colleghi dei paesi balcanici per rafforzare i controlli e per limitare il flusso migratorio.