Ciò che deve essere dissimulato, in Italia, perché c'è al momento un interesse superiore comune, che si chiama Governo, può trovare libertà di espressione più o meno ampia, se il terreno di gioco diventa l'Europa. Di cosa parliamo? Di competizione, di concorrenza tra la Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, che dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, sembra ogni giorno di più, quella che vede da una parte la Lega e dall'altra il resto del centrodestra, e cioè in ultima analisi Salvini e Meloni. Quasi come se l'Europa fosse una realtà virtuale, un Metaverso, nel quale darsele di santa ragione, e poi non avere nessuna conseguenza nel mondo reale, cioè l'Italia. Quasi come se le elezioni europee, sistema proporzionale in purezza, non potessero in alcun modo modificare i rapporti interni alla maggioranza di Governo che la legge elettorale italiana tiene insieme forse oltre la comunanza di linea politica. Sembra difficile credere fino in fondo ad una separazione così netta, le conseguenze della competizione a ben guardare ci sono già. Salvini accusa Tajani di essere non un socialista, ma un amico dei socialisti. Dal suo punto di vista accusa pesante. Tajani accusa Salvini di essere non un neofascista, ma un amico dei neofascisti. Decideranno gli elettori, dice sostanzialmente il leader della Lega, quale delle due accuse è più fondata e più grave. Vuol dire che, chi prende un voto in più ha ragione. E il proporzionale è l'arma più affilata per capirlo. Il gioco, questo gioco, però funziona solo ad un'occhiata superficiale. Le elezioni del prossimo anno si possono pure usare per capire chi ha ragione in Italia. Ma servono per governare in Europa, dove l'appartenenza alle famiglie che contano ti permette di contare, anche se in Italia hai preso pochi voti. Magari meno di chi, pur soddisfatto per il suo consenso, si ritrova emarginato poi a Bruxelles, per gioco politico o idee incompatibili con l'Istituzione Europea, alla fine poco importa. E chissà se dall'altra parte del Metaverso, in Italia, sarà meglio aver vinto alle europee, ma esser fuori dalla Commissione oppure, al contrario, perderle ed essere dove si decidono i destini del continente e quindi nel nostro Paese. Lo capiremo il prossimo anno.