Dall'ultimo sondaggio YouTrend Sky Tg24 arriva una buona notizia, non scontata e per tutti. Gli italiani hanno capito quanto conta l'Unione Europea sulla nostra vita di tutti i giorni, quanto Bruxelles decida quello che si può fare e come lo si può fare a Roma, Milano, Napoli, Palermo e relativi dintorni. Non vuol dire, si badi bene, che questa influenza sia un bene per tutti gli interpellati. Vuol dire solo che molti italiani andranno a votare a giugno consapevoli dell'importanza di quel voto e non solo come mega sondaggio sul consenso dei partiti della maggioranza e dell'opposizione. Anche se gli interrogati dicono in maniera piuttosto chiara che decideranno chi votare sulla base di quello che i partiti e i leader fanno in Italia. È comunque una buona notizia. La coscienza diffusa, almeno sembra, di far parte di una comunità sovranazionale, di quelle cose che comunque meglio tardi che mai. Altre cose degne di attenzione. Giorgia Meloni come leader e Fratelli d'Italia come partito non perdono colpi. L'obiettivo dichiarato dal Presidente del Consiglio di confermare il risultato delle politiche sembra, ad oggi, a portata di mano. Quello della Lega di restare il secondo partito della coalizione pare invece a rischio. La crescita di Forza Italia è poderosa in un periodo relativamente breve, così come in progresso appare la fiducia in Antonio Tajani. Chi pensava al Ministro degli Esteri come a una sorta di liquidatore fallimentare del partito fondato da Silvio Berlusconi deve ricredersi. Nell'opposizione invece trova puntuale conferma la regola che le fusioni tra partiti ottengono risultati peggiori della loro somma da soli. Stati Uniti d'Europa è appena sopra il 4%, soglia per eleggere qualcuno al Parlamento Europeo. Sotto, l'alleanza Verdi e Sinistra, sotto pure Azione. La fiducia in Renzi e Calenda resta a livelli di guardia per i due leader dell'ex Terzo Polo. Quella riservata a Conte invece supera di molto quella di Elly Schlein. Ultima notazione. Avevamo piuttosto netta l'impressione che agli italiani interessasse poco o nulla il lavorìo per la composizione delle liste per giugno, pure molto presente sui media. E in effetti la presenza dei leader candidati pare non influire sulle decisioni di voto.