La Guida: Meloni-Musk, le conseguenze dell'amicizia

23 set 2024
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Giugno 2023, è Palazzo Chigi a parlare di natalità e intelligenza artificiale. Dicembre 2023, Atreju, insieme al figlio nato da gestazione per altri che i Fratelli d'Italia vorrebbero reato universale ma nessuno è sembrato infastidito, l'amicizia personale e poi sembrerebbe sempre più politica tra Giorgia Meloni ed Elon Musk è un fatto. E nasce prima che l'appoggio che il visionario imprenditore sudafricano sta dedicando a Donald Trump fosse esplicito anche sotto l'aspetto finanziario. Una strana coppia. Lui fanatico del progresso e di una libertà personale quasi senza confini, in una visione del mondo in cui la seconda, cioè la libertà personale è il principale motore del primo, cioè il progresso, e lei che come tutta la nuova destra europea e no, ha fatto della parola libertà un totem dei suoi Fratelli d'Italia, variamente declinata qualche volta in modo contraddittorio. Ma in economia sembrerebbe il contrario di Musk, tentazioni protezionistiche, ruolo dello Stato, Welfare importante e in politica orgogliosamente conservatrice. La conservazione è concetto opposto al progresso ma da un po' di tempo tutto è meno netto. La Silicon Valley per esempio, l'avamposto del progresso, almeno quello tecnologico, si fa affascinare da Trump, e Musk pure. Pare che Meloni appaia ad Elon come la versione femminile di Donald, entrambi campioni dell’Occidente e dei suoi valori. Ma, insomma, la posizione dell’ex presidente sull’Ucraina e quindi tutto sommato sull'Occidente, è assai più sfumata di quella di Giorgia. Differenza che forse dall'America sfuggono. Ora certo si vuole essere amici, anche molto amici senza bisogno di pensare allo stesso modo su tutto, infatti Musk, padrone di Tesla, appoggia Trump e premia Giorgia, due che hanno le auto con la spina in discreta antipatia. Il mondo è bello perché è vario e a volte non immediatamente comprensibile. Una volta gli amici dei tuoi amici erano tuoi amici. Il che significava che se ti facevi abbracciare da Musk eri amico di Trump. Una volta, a un paio di mesi dalle elezioni americane, incerte assai, un presidente del Consiglio avrebbe evitato di essere coinvolto in un sillogismo simile, superficiale ma convincente. Una volta, certo ma il mondo è cambiato e questo è chiaro e cambierà ancora dopo il 5 novembre.

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