Gli eventi delle ultime ore stanno minando nel profondo la credibilità di chi Giorgia Meloni si prepara ad incontrare con più di qualche preoccupazione e ancor più incognite nel giovedì alla Casa Bianca. Si tratta di eventi, appunto, che non c'entrano con il credito o il discredito politico di cui Donald Trump è stato oggetto fin'ora e che ha a che fare con la maggiore o minore simpatia, con la sua visione del mondo e su come abitarlo. Ha a che fare con il fatto che probabilmente come mai prima d'ora l'uomo più potente del mondo fa e disfa provvedimenti come quello sui dazi, capaci di rivoltare completamente le regole del commercio mondiale e le sue prospettive. E però non solo questo. L'ultimo sanguinoso attacco russo la Domenica delle Palme nella città d'origine di Volodimir Zelensky, dà ragione ai molti osservatori che hanno accantonato ogni speranza che la promessa trumpiana di portare la pace subito sia in Medio Oriente che in Ucraina, abbia un qualche, seppur minimo fondamento. Qualcuno ha chiamato quelle promesse fake news, ma non sembra definizione del tutto corretta. La falsa promessa è diversa dalla notizia falsa, serve a vendere un prodotto che non esiste e che comunque tu non sei in grado di offrire. Diciamo che nel mondo dei venditori è tollerato, bisogna pur campare e a volte è difficile. Ora si rischia sia tollerato pure in politiche al massimo livello e quindi a discendere a tutti i livelli. Uno che ha detto che in 24 ore avrebbe risolto la guerra in Ucraina e che sarà presidente degli Stati Uniti per quattro anni, almeno a costituzione vigente, ma chi può dirlo poi? Pare un assoluto inedito. La lunga premessa. Serve a dire come Giorgia Meloni deve stare da una parte attentissima alle parole che scambierà con Trump, ma anche che quelle parole potrebbero essere smentite il giorno dopo dai fatti o da parole diverse, il che è certamente drammatico, visto i tempi e gli scenari che viviamo. E l'inaffidabilità riguarda proprio i dazi e le guerre, quindi il commercio, la NATO, le armi, cioè i motivi per andare a parlare con Trump adesso. Allora sforziamoci di pensare con un po' di ironia all'evento, alleggeriamo le responsabilità di Giorgia verso se stessa, l'Italia e l'Europa e aspettiamo il giorno dopo, ormai pronti a tutto. .