6, 7, 8 Ministri tecnici qualcuno anche in amministrazioni chiave per qualsiasi governo. Il toto ministri di questi giorni porge questi numeri e sembrano tanti, troppi forse per un Governo e una maggioranza che tra le ragioni del suo consenso aveva messo la fame di politica e il ripudio, la quasi nausea per i governi tecnici; quindi si direbbe non è questione di non volere, ma se i numeri alla fine si rivelassero questi, di non potere. Allora vale la pena di capire perché non si può fare un governo di soli politici o perché magari non c'è bisogno di farlo. Ipotesi: non si può perché il momento è talmente drammatico e la politica non ha o non ritiene di avere in se talenti capaci di governare questo momento. Colpa dell'antipolitica che magari ha convinto i talenti a fare altro, colpa della debolezza dei partiti che non preparano più classi dirigenti all'altezza e che da tempo coltivano la buona amministrazione come obiettivo unico dell'arte di governo. Il che evidentemente oggi non basta. Colpa o forse merito, in questo caso e per una volta, di un ragionamento lungimirante e cioè poiché il Paese deve affrontare tempi particolarmente difficili è bene che resti più unito possibile; i politici dividono, i tecnici dividono meno; il ragionamento suona grossolano, ma sarebbe pur sempre un ragionamento. Peggio sarebbe scegliere tecnici non per cercare di tenere il paese unito ma soltanto per non creare tensioni nella maggioranza: in soldoni Salvini vuole andare al Viminale Meloni non è d'accordo invece di metterci Tajani, sceglie un tecnico così Salvini si adombra meno. Poi c'è l'altro ragionamento cioè che le politiche possibili oggi sono più o meno obbligate, non c'è grande spazio per le alternative, i conti devono essere in ordine, in Europa bisogna stare, con l'Ucraina pure. Allora se la strada è tracciata, meglio un tecnico che conosce la macchina e magari riesci ad arrivare senza sfasciarla. La Guida sarà aggiornata nelle prossime ore, a presto.