La Guida: violenza sulle donne, sanguinoso passaggio epocale

08 set 2023
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Una miserabile concezione dei rapporti tra uomo e donna. La chiama così Sergio Mattarella. È quella dietro alla violenza di genere, al revenge porn, agli stupri, agli omicidi di giovani e meno giovani donne. Ci piace pensare che l'esplosione, nel numero, nella crudeltà, nell'esibizione di questa violenza sia la risposta scomposta a una sconfitta, in gran parte già consumata, di quella concezione miserabile. La battaglia è segnata nel suo esito, ma la fase finale, questa, è particolarmente sanguinaria. In fondo, come evocano in qualche modo ancora le parole di Mattarella, è battaglia per la libertà. L'asimmetria dei diritti e delle libertà, tra donne e uomini, è stata forse più efficacemente combattuta nella vita pubblica, nel lavoro, nelle istituzioni. Il diritto e le leggi lì riescono, seppur con fatica, ad avere una corsia preferenziale. E dai e dai, le procedure e le abitudini si conformano. Lavoro da fare ce n'è tanto, ma sembra avviato. Invece sono i rapporti personali, sentimentali, sessuali in cui l'asimmetria ancora si impone, il patriarcato regna. Quando chi rivendica e pretende libertà è donna, in un campo in cui o c'è libertà o non c'è nulla, tutt'al più un contratto, lì arriva la violenza. Il maschio, abituato alla libertà come sua prerogativa e non come primo anelito umano, scopre di essere debole per vivere nel mare aperto e però ricchissimo dei sentimenti. E si riprende la forza fisica come strumento di dominio, di annientamento dell'oggetto del desiderio e alla fine, spesso, di sé stesso. Oppure, se è giovane e ugualmente debole, preferisce mostrare sui social, palcoscenico disponibile per tutti, quella forza, quell'annientamento. La sconfitta di questa concezione miserabile, dicevamo, è inevitabile e, in gran parte, già consumata. Il problema è quanto sangue sarà sparso in questo passaggio. La politica deve occuparsi che sia il meno possibile e facilitare e accelerare il passaggio. Tutto serve: scuola, norme, prevenzione, repressione. E ha poca importanza, poi, se i governi sbandierano tolleranza zero per, magari, acchiappare consenso o distrarre da altro. Superare la miserabile concezione è ormai un'urgenza assoluta.

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