L'imperativo nella Lega sono i congressi. Li chiede la base, li chiedono i governatori. Alcuni militanti hanno avviato una raccolta firme, in Lombardia Paolo Grimoldi ha annunciato di averne già raccolte 1.500. Nessuno discute la segreteria di Salvini, è stato il coro unanime al termine del consiglio federale all'indomani del risultato elettorale, ma i malumori nel partito ci sono: quel 9% appena sfiorato, apre interrogativi non solo sulla tenuta della leadership, ma anche sulla linea politica da intraprendere. Così sono i leghisti della prima ora a chiedere un cambio di passo, a onor del vero più per riscossa che per reale volontà del partito. Un reale competitor di Salvini al momento non c'è, lo stesso Zaia ha chiesto un partito più identitario ma non la riedizione alla Lega Nord, e si è smarcato da chi, come Maroni, lo vorrebbe nuovo segretario. La Lega però deve ricostruirsi a partire dalla base, ossia da quei militanti che su proposta del governatore del Veneto e accolta da molti membri del federale, dovranno eleggere le segreterie territoriali, provinciali e regionali. Non più delegati quindi, ma tutti i militanti. Si comincia con Bergamo, dove tutti gli iscritti potranno esprimersi sul nuovo presidente provinciale il prossimo 20 novembre. Entro fine anno dovranno svolgersi tutte le sezioni provinciali, da gennaio dovranno rinnovarsi quelle regionali. Tutti gli iscritti significa tutti coloro che hanno un ruolo attivo all'interno della sezione, non solo chi viene eletto come delegato, questo per far sì che i nuovi presidenti abbiano un consenso amplissimo. Si farà a Bergamo, vedremo se si farà anche in altre province e poi alle regionali. Ancora da definire poi il congresso federale, se e quando ci sarà. Si deve profilare dunque, una nuova stagione di confronti interni al partito e per questo già nei prossimi giorni è previsto un nuovo consiglio federale. Per salvare se stesso e il suo partito, all'imperativo congressi subito, Salvini deve associare anche quello di compattezza e unità.