Se il dibattito interno al partito è lo specchio di una reale frattura lo si scoprirà nei prossimi mesi: che ci siano visioni diverse sul futuro della Lega, invece, è una certezza, dimostrata dal Comitato del Nord, corrente interna al partito che fa capo a Bossi e che sta raccogliendo il consenso di coloro che dopo il 25 settembre chiedono una Lega che torni alle origini. I congressi provinciali di questi giorni, del resto, restituiscono la fotografia di un partito spaccato a metà. All'interno cresce un'ala dissidente che tenta di farsi strada a discapito del segretario che dopo i congressi provinciali, punta a quelli regionali in attesa di quello federale. Getta acqua sul fuoco Matteo Salvini che si dice contento del dibattito interno definendolo un segno di democrazia; smorzano i toni anche alcuni dei più importanti dirigenti del Carroccio: "Io penso che la decisione presa che vada verso la stagione congressuale, credo che sia una boccata di salute, non soltanto per la Lega ma, devo dire, per tutte le forze politiche. Perché oggi parliamo della Lega, ma non mi sembra che sia un'abitudine delle forze politiche confrontarsi con le sezioni, nell'eleggere i segretari di sezione, provinciali, regionali". "Da soli, si fa prima, assieme si fa più strada. Non abbiamo bisogno di spaccature". Il secondo round di congressi provinciali della Lega ha coinvolto Como, Varese, Lodi, Cremona, Pavia e Brescia. L'esito era particolarmente atteso dopo la vittoria a sorpresa, lo scorso XX novembre del nordista Fabrizio Sala, in provincia di Bergamo. In questa seconda trance di votazioni, tutti gli occhi erano puntati su Varese e su Brescia. I militanti varesini hanno premiato il candidato sostenuto dai salviniani, Andrea Cassani, trentanovenne sindaco di Gallarate. Il comitato del Nord festeggia, invece, la vittoria di Roberta Sisti nuova segretaria nel bresciano.