Le stelle esplose, il governo e le elezioni

22 giu 2022
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La fine di un'epoca ma non di un governo che di quell'epoca è stata e sarà l'ultima forse più controversa espressione. Nel pieno della scissione del primo partito della maggioranza in Parlamento, per Draghi è come se nulla fosse. Nulla concede alle istanze dei 5 Stelle, in quel momento non ancora scissi. È come in altre occasioni, vince lui. Il Movimento vota la mozione che non contiene nessuna delle sue battaglie; il piccone di Conte perde peso e numeri e lui, l'ex premier, non è più a capo della prima forza di maggioranza e soprattutto potrà orientare sempre meno l'indirizzo politico del governo, ancora meno di prima. Attenzione: non vuol dire che l'unità nazionale navighi tranquilla verso la fine della legislatura. Governo non è solo politica estera in tempo di guerra. La tentazione di Conte potrebbe essere quella di non uscire, ma alzare sempre la voce. Esistere, insomma: fino alle elezioni. Potrebbero essere anticipate? Sì, potrebbero. La prossima manovra di bilancio sarà il passaggio complicato; l'economia di guerra, l'inflazione da energia, la BCE che non garantisce più come prima sullo spread. Ci sarà poca allegria nella finanza pubblica, e invece, in alcuni interventi fuori tema, in un Senato dove si parlava d'altro, i 5 Stelle hanno invocato manovre e provvedimenti sempre espansivi, spesa pubblica. Il compromesso sarà difficile; la tentazione di certificare l'esistenza in vita di Conte e i suoi, inevitabili. C'è dell'altro: la scissione delle stelle, non può essere senza conseguenze nei dintorni più o meno immediati. Il campo largo lettiano già apparso poco fertile nella tornata amministrativa, potrebbe diventare incoltivabile. La Lega, che non sembra pronta per una scissione, ha problemi però simili ai 5 Stelle. Salvini quasi un ponte di destra. Anche qui si potrebbe scegliere lo strillo: dimostrazione di esistenza e potere. Il cosiddetto centro in fase che potremmo definire costituente, punterà sempre più su Draghi ancora e sempre a Palazzo Chigi, o almeno a qualche forma di draghismo. Alla prima ipotesi, Super Mario ha dato sempre segnali di indisponibilità. Su un draghismo senza Draghi, lecito avere qualche dubbio. Post scriptum: chissà con quale legge elettorale ci faranno andare a votare.

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