Dalle rassicurazioni alle ipotesi, ricette più o meno nuove, per mettere in piedi una manovra che era e resta difficile come appunto il Ministro dell'Economia aveva detto e ribadito a più riprese. Precisate dal palco di Pontida le dichiarazioni fatte sui sacrifici per tutti, chiarito il senso di quel concetto, rimane il percorso o meglio la strettoia per arrivare a trovare quei 10 miliardi che mancano per raggiungere i complessivi 20-25 che comporranno la prossima legge di bilancio e che serviranno soprattutto a rifinanziare le misure volute dalla premier: taglio del cuneo fiscale e riforma IRPEF, innanzitutto. Le ricette sono molte sul tavolo, più o meno divise nella maggioranza, dai tagli alla spesa alla spending review sui ministeri ed enti locali, a una revisione di IRES e agevolazioni fino a nuove dimissioni e contributi chiesti alle grandi imprese e ai big del web. Tutto da decidere però. Certo è che le opposizioni vedono solo lacrime e sangue all'orizzonte, "tagli da macelleria sociale" attacca il PD, "mani nelle tasche degli italiani" per Verdi e Sinistra. E Calenda, da Azione, rilancia: "Sono 30 anni che vi promettono ad ogni manovra finanziaria che le tasse diminuiranno invece salgono, che aboliranno la povertà e la povertà aumenta. Quello che noi diciamo è mettete ogni euro disponibile sulla sanità e sulla scuola. Gli italiani spendono €40 miliardi per curarsi privatamente e questo è anticostituzionale e sbagliato. Mettete i soldi lì sopra". Ma a creare tensione nella compagine di governo c'è anche il diritto di cittadinanza con la proposta preannunciata da Forza Italia, rimodulata e ora presentata agli alleati. Lo Ius Italiae, un disegno di legge per la cittadinanza automatica a chi, nato in Italia o arrivato prima dei 5 anni, concluda con profitto 10 anni di ciclo scolastico. "Non credo in questo momento possa essere questo tema una priorità. Naturalmente abbiamo tutti il dovere di accostarci con rispetto alle proposte che arrivano dalle forze non solo di governo". Contraria nettamente anche la Lega di Salvini.