La democrazia è un edificio che si perfeziona giorno dopo giorno. Un messaggio che viene dal passato dall'esperienza storica del paese che è rivolto al futuro quello del Presidente della Repubblica: dalla resistenza alla lotta di liberazione all'autonomia celebrata dalla Valle d'Aosta nel suo ottantesimo. Sergio Mattarella, seconda visita nella regione dopo quella del 2018, tiene a battesimo la nuova sede dell'università ma soprattutto partecipa alla cerimonia dedicata ai decreti legislativi che posero le basi dell'Autonomia della Valle d'Aosta. Teatro Splendor gremito e applausi dentro e fuori per il presidente. Lega l'autonomia alla Repubblica passata, presente e futura. Quel che eravamo e quel che inevitabilmente saremo. "Non si era e non si è stranieri in casa propria, quale fosse quale sia la propria lingua, cultura, religione". Futuro dell'Italia che si lega inevitabilmente a quello dell'Europa. Nei paesi dell'Unione avverte inganna e illude chi pensa che si possa tornare a un'epoca d'oro del passato che non c'è più, ammesso che fosse d'oro. Ma soprattutto la comunità europea non è solo utile e preziosa cornice di collaborazione ma serve a rendere effettiva la sovranità nazionale. Europa che resta però da completare. "Un edificio incompleto non può reggere rischia di non sopravvivere. Il mondo è pieno di condizioni emergenziali". Una ripresa che dopo la pausa estiva si è aperta con la vicenda Sangiuliano, vissuta con attenzione ma senza interferenze nelle decisioni governative. In attesa della visita di stato in Germania e dei vertici internazionali e dopo la tappa di Verona dove Mattarella ha preso parte ai G7 dei parlamenti, è stata la volta dell'intervento al Forum di Cernobbio per sottolineare sul piano economico come abbattere il debito pubblico sia una necessità ineludibile. Ad Aosta però il capo dello Stato parla del paese, della sua storia e del suo futuro fatto di comunità e di Europa.