"La magistratura è chiamata, in questo periodo, a rivitalizzare le proprie radici deontologiche, valorizzando l'imparzialità e l' irreprensibilità delle condotte individuali rifuggendo dalle chiusure dell'autoreferenzialità e del protagonismo. In questa direzione deve muovere anche la riforma del CSM, non più rinviabile, è indispensabile quindi che la riforma venga al più presto realizzata tenendo conto dell' appuntamento ineludibile del prossimo rinnovo del Consiglio Superiore, non si può accettare il rischio di doverlo Indire le elezioni con vecchie regole, con sistemi ritenuti da ogni parte come insostenibili.".