Arrivano scaglionati nel Cortile d'Onore del Quirinale, i Capi di Stato del 16° Vertice del Gruppo Arraiolos: 14 presidenti. Assente per una crisi politica interna, la delegazione bulgara. Riuniti al Colle, ricevuti nel Salone delle Feste prima e in quello dei Corazzieri poi. Due sessioni di lavoro su multilateralismo e autonomia strategica e infine, la conferenza stampa, l'uno accanto all'altro. A fare gli onori di casa, Sergio Mattarella, al quale, in maniera inaspettata, si rivolge il collega austriaco Van der Bellen, definendo, il suo, modello di riferimento. Siamo a un punto di svolta, la crisi pandemica e quelle internazionali, in Medio Oriente dalla Siria alle drammatiche vicende afghane, dimostrano quanto sia ineludibile il progetto europeo. Unione che però non può restare a metà, avverte Mattarella, serve l'impegno di tutti e lo si deve alle generazioni future. Sul fronte ambientale, sanitario e di sicurezza, il cantiere va completato, perché nel mondo serve una maggiore presenza Europea, l'Unione deve far sentire la sua voce. "Sul fronte della protesta e di difesa, la recente vicenda in Afghanistan, sprona e dimostra ulteriormente quando si ineludibile e può compiere un passo avanti, per costruire una credibilità maggiore dell'Unione in termini di sicurezza. Una credibilità ovviamente complementare con la Nato". È necessario colmare quel divario tra tesi e risposte, ma per questo serve un'identità, che passa appunto da basi comuni, mettendo da parte le spinte autonomiste e sovraniste, che sono illusorie. Perché la pandemia ha reso evidente la vulnerabilità di tutti. Un discorso, quello del Presidente della Repubblica, in piena sintonia con quanto pronunciato poco prima a Strasburgo da Ursula Von der Leyen. "Una bussola strategica per essere protagonisti sullo scacchiere internazionale, il richiamo e la spinta al tempo stesso che arrivano da Sergio Mattarella".