"Non siamo come vogliono dipingerci. Non c'è spazio, in Fratelli d'Italia, per posizioni razziste o antisemite, come non c'è spazio per i nostalgici dei totalitarismi del '900, o per qualsiasi manifestazione di stupido folklore”. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni torna, con queste parole, sull’inchiesta Fanpage, in una lunga lettera ai dirigenti del suo partito, in cui si definisce "arrabbiata e rattristata per la rappresentazione" della forza politica "che è stata data dai comportamenti di alcuni giovani del movimento, ripresi in privato". “Abbiamo già fatto i conti con il Ventennio”, rivendica la Premier. Che cerca di guardare oltre: al progetto di affermarsi come una “destra conservatrice che può ben governare”. Il compito è “troppo grande, continua la Presidente del Consiglio, per consentire a chi non ne ha compreso la portata di rovinare tutto”. E dunque, “chi non è in condizione di tenere il passo, conclude, non può far parte di Fratelli d'Italia”. La lettera viene resa nota nello stesso giorno in cui la commissione di Palazzo Madama contro l'intolleranza, il razzismo, l'antisemitismo, l'istigazione all'odio e alla violenza, presieduta dalla senatrice a vita Liliana Segre, ha deciso di acquisire i filmati dell'inchiesta su Gioventù Nazionale, scelta condivisa da tutti i gruppi parlamentari. “La via migliore per fare chiarezza", commenta la senatrice di Fratelli d’Italia Ester Mieli, bersaglio di una delle frasi antisemite registrate dalle telecamere nascoste di Fanpage.