L'appuntamento cruciale è in parlamento: il 9 dicembre si voteranno le risoluzioni che impegneranno il governo sul fronte della riforma del Mes e le carte in tavola si vanno definendo. Silvio Berlusconi, infatti, ha indicato per Forza Italia la strada del no. "Le novità non sono soddisfacenti per l'Italia" spiega l'ex premier, che precisa come la riforma non ha nulla a che vedere con l'utilizzo dei fondi destinati alla lotta contro il covid. In ogni caso nessun soccorso azzurro per Conte e la sua maggioranza, il faro puntato a questo punto sulla tenuta del Movimento 5 Stelle, che nel merito dell'uso del mes non cambia idea, così come Lega e Fratelli d'Italia. È una riforma a mio parere peggiorativa, noi non lo useremo il MES, non lo useremo e non lo useremo perché, anche perché, c'è il Movimento 5 Stelle al governo. E finché ci sarà il Movimento 5 Stelle al governo il MES non si utilizzerà, anche perché i numeri in parlamento non ci sono. Dovremmo sottostare alle richieste della troika modello Grecia, quindi chiunque in parlamento approverà questo oltraggio, questo danno per l'Italia e per le generazioni future, si prende una grande responsabilità. Se lo fa la maggioranza non mi stupisce se lo fa qualche membro dell'opposizione, ovviamente, finisce di essere compagno di strada della Lega. Nella maggioranza c'è però un'altra grande turbolenza. Tutto gira intorno alla domanda su altro denaro su chi deve gestire quei 209 miliardi del Recovery Fund. Le parole di Conte, che ha ipotizzato il triumvirato formato da lui e dai ministri Patuanelli e Gualtieri ha fatto saltare sulla sedia soprattutto Italia Viva, ma non solo. Renzi ha detto a Conte che serve una visione sugli investimenti non è l'ennesima task force. Palazzo Chigi ha poi assicurato collegialità nelle decisioni, coinvolgimento del parlamento e un ruolo di mera vigilanza per il triumvirato. Il cambio di rotta, benché repentino, non è servito ad evitare la tempesta.