In quella cisterna, il 3 marzo 2008 morirono in cinque: il titolare e tre operai della Truck Center, azienda di Molfetta, e un autotrasportatore. Il medico legale accertò che furono uccisi, uno dopo l’altro, dalle esalazioni di acido solfidrico, mentre cercavano di soccorrere un compagno di lavoro che si era sentito male durante le operazioni di bonifica. Le indagini della Procura di Trani arrivarono a coinvolgere una ventina di persone fisiche e cinque aziende, da quella proprietaria della cisterna a quella incaricata del trasporto della stessa, per finire con quella in cui fu svuotato dello zolfo liquido. Ne nacquero tre processi. I due principali si sarebbero conclusi tra il 2009 e il 2014 con diverse condanne in primo grado a pene comprese fra i due e i quattro anni di reclusione. Ed è a questi due procedimenti riunificati in secondo grado che si riferisce la sentenza emessa nel pomeriggio dalla Corte d’appello di Bari, che nove anni dopo lascia quella tragedia senza colpevoli. Assolti per non aver commesso il fatto, o per la prescrizione del reato, i nove imputati accusati di omicidio colposo aggravato. Assolte anche tre delle quattro società a processo, mentre è stata confermata la responsabilità della Truck Center per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Revocati, infine, i risarcimenti alle parti civili, quasi tutti già liquidati, alla Regione Puglia, al Comune di Molfetta e ad alcuni familiari delle vittime. La più giovane aveva 19 anni: “è uno schifo, questa non è giustizia”, il commento di sua madre, presente in aula alla lettura della sentenza.