Storie di vite spezzate, di famiglie distrutte, di persone gravemente ferite, di uomini e donne che invocano giustizia. Persone che si appellano alle istituzioni, ai datori di lavoro, alla coscienza di chiunque sia nelle condizioni di rendere i luoghi di lavoro posti sicuri, in cui sia rispettata la dignità della persona. Così il Capo dello Stato, nel messaggio inviato al Presidente dell'ANMIL, l'Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, in occasione della giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Lavorare non può significare porre a rischio la propria vita, aggiunge Sergio Mattarella, che nel ricordare i tanti morti sul lavoro, lo definisce un fenomeno inaccettabile, in un Paese moderno, che ha posto il lavoro a fondamento della vita democratica. Mattarella ha poi partecipato alla Cerimonia di Donazione del Sefer Torà, dedicata alla memoria di Stefano Tachè, il bambino di 2 anni ucciso nell'attacco alla Sinagoga di Roma il 9 ottobre 1982, compiuto da un comando di 5 terroristi di origine palestinese. Una cerimonia che ha voluto rappresentare una dichiarazione di vita, pace e speranza nel futuro. Il Capo dello Stato, al suo arrivo, è stato accolto dal Presidente della Comunità Ebraica, Dureghello, e dal Rabbino Capo, Di Segni.























