Un lungo post sul sito del Movimento che nel finale sintetizza la risposta di Giuseppe Conte a Beppe Grillo: "Dimostreremo anche all'esterno ciò che per noi è già molto chiaro, la nostra comunità è più viva che mai". Niente morte dei 5 Stelle dunque ne partito biodegradabile ed evaporato come profetizzato dal suo fondatore, almeno secondo l'ex Premier che continua la corsa verso l'annunciata rifondazione del Movimento attraverso l'Assemblea Costituente del 23 e 24 novembre. "Forte di un consenso che, afferma lo stesso Conte, viene direttamente dagli iscritti e dalla base. Del resto non esiste che uno si possa arrogare il diritto con prepotenza di determinare l'estinzione dei 5 Stelle" aveva già spiegato. Al centro dello scontro, iniziato in toni tanto aspri dopo le Europee, quando il Padre Fondatore del Movimento disse che: "Conte aveva preso meno voti di Berlusconi da morto", c'è anche la risoluzione decisa dall'ex Premier del contratto di consulenza di Grillo, pagata con un cospicuo compenso di 300 mila euro. "Un padre ha il diritto di dare la vita e non la morte ai propri figli", dice Conte rivolto al fondatore dei 5 Stelle, che intanto ha ingaggiato un agguerrito team legale per dare battaglia alla Costituente dove l'ex Premier approderà senza mediazioni pronto anche a cambiare il nome del partito.