Da Montepulciano Elly Schlein ha iniziato la lunga marcia che si dovrebbe concludere con la sfida a Giorgia Meloni, con una posta in palio: Palazzo Chigi. Nella cittadina toscana le diverse anime della maggioranza del partito che la sostengono hanno assicurato che non esistono papi e papesse straniere. Per la candidatura a premier sarà solo la segretaria a correre se si dovessero celebrare le primarie di coalizione per incoronare l'alfiere del Centrosinistra. Schlein ha sfoggiato una postura ecumenica per ribadire che non ha intenzione di alimentare una nuova faida con la corrente riformista Dem che non la sostiene e che si è riunita a Prato. "Continuerò ad essere la segretaria di tutti e a salvaguardarne il pluralismo". Poi la leader ha lanciato un avvertimento all'alleato spesso riottoso Giuseppe Conte senza nominarlo. "Il Pd è il primo partito, è un perno fondamentale di questa alleanza. E non per privilegio, ma perché quel ruolo se lo è costruito sul campo tornata dopo tornata". Alcuni rumors descrivono una tentazione che serpeggerebbe nello staff della segretaria: anticipare il congresso di un anno con l'apertura dei gazebo in modo da blindarla. Per il presidente del PD, Stefano Bonaccini, la priorità è un'altra. "Non un congresso anticipato perché Schlein è già forte di suo. Rischieremmo di chiuderci dal mio punto di vista per quattro mesi con le regole che abbiamo a discutere di noi, mentre l'Italia vuole che proviamo a darle un'opportunità per discutere dei problemi degli italiani. Io invece che un congresso anticipato, farei partire quello che Schlein mi pare abbia detto serve, e io son d'accordo con lei, la costruzione dell'alternativa". Il tempo stringe, ma intanto l'assemblea nazionale Dem, che si sarebbe dovuta tenere a metà dicembre, slitterà con ogni probabilità a metà gennaio. .























