L'Europa monitora, dice Ursula von der Leyen, ma non commenta l'accordo tra Italia e Albania sui migranti. Quella miccia che ha acceso un nuovo scontro con la magistratura, un fuoco mai spento, alimentato dall'email del PM Paternello, rilanciata in parte dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in cui quella frase sulla sua pericolosità e sulla necessità di porvi rimedio ha provocato l'indignazione del Ministro della Giustizia Carlo Nordio. "In effetti la lettera inviata sulla email desta non poco stupore e come ex magistrato desta anche un certo dolore. Porvi rimedio frase di una gravità, secondo me da prendere in considerazione, è molto indicativo per la provenienza di tale affermazione del clima istituzionale che vive la nostra democrazia." La vicenda come è facile intuire non si chiude qui. Ora, ha annunciato il Ministro della Giustizia tutto è al vaglio degli uffici competenti per verificare se ci siano i presupposti per l'esercizio dei poteri ispettivi. Un ulteriore capitolo nello scontro tra le toghe ed il governo; il Presidente dell'Associazione Nazionale magistrati Santa Lucia ai microfoni di Sky Tg24 riconosce "Se non siamo noi Ayatollah, non è la presidente Meloni pericolosa. Invece di scatenare un putiferio sui magistrati, colorando di rosso le decisioni che non piacciono, c'è lo strumento normativo dell'impugnazione. È un monito che io faccio, come dire una preghiera che faccio al governo quello di ritornare a parlare con la magistratura e della magistratura nei termini di un doveroso rispetto nei confronti di un istituzione del paese." Sulla questione migranti, intanto le opposizioni, tornano all'attacco. Anche Italia viva, dopo i 5 Stelle ha depositato un esposto alla Corte dei Conti per verificare un eventuale danno erariale sulla vicenda dei migranti trasportati in Albania e fatti rientrare dopo le sentenze del tribunale di Roma in Italia.