Il decreto Covid viene licenziato dal Consiglio dei Ministri, dove va in scena il braccio di ferro tra rigoristi e aperturisti. Da una parte la cautela di Mario Draghi e del PD, dall'altra il centrodestra di Governo, con Lega e Forza Italia a fare asse, per sollecitare le riaperture nei territori dove la curva del contagio, dati alla mano, sia stata raffreddata. Speranza saluta l'approvazione del provvedimento con soddisfazione, per un decreto legge che mette la tutela della salute al primo posto. Il testo non prevede allentamenti automatici delle restrizioni, servirà una delibera del Consiglio dei Ministri per eventuali riaperture, sulla base dell'andamento dell'epidemia e dell'attuazione del Piano vaccini. "La procedura mi pare che sia sostanzialmente quella di sempre, che se i dati migliorano, si rivedono anche le regole restrittive che sono state previste oggi, speriamo tutti che migliorino". Ma fonti del Carroccio fanno sapere che subito dopo Pasqua, il Governo valuterà eventuali riaperture di attività e rivendica un commissariamento di fatto, di Speranza e del CTS. Matteo Salvini dopo aver smentito uno screzio con Draghi e ribadito la sua fiducia, ripete che chiusure e riaperture devono essere dettate dell'andamento dei dati. Soddisfazione trapela anche dai Ministri di Forza Italia, sarà possibile laddove la situazione epidemiologica dovesse migliorare, prevedere nelle prossime settimane delle riaperture mirate già prima della fine di aprile. Dal Movimento 5 Stelle filtrano critiche per l'atteggiamento della Lega, che dopo aver accusato il Governo Conte di aver zittito il Parlamento, ora ha spinto per un testo che toglierebbe al Parlamento ogni possibilità di intervenire sulle scelte dell'esecutivo e sulla pandemia. In trincea i sindaci, con il Presidente dell'ANCI, Antonio Decaro, che tuona: non siamo stati consultati sulle misure.