Il tema è delicato e fino a poco tempo fa aveva il consenso di tutte le forze politiche. Alla Camera, lo scorso marzo, il disegno di legge che tutela gli orfani di crimini domestici, femminicidi in larghissima parte, era passato all’unanimità ma al Senato è diventato a rischio. Le misure garantiscono il patrocinio gratuito agli orfani di vittime di femminicidio, il sequestro conservativo dei beni del colpevole a garanzia dei danni civili subiti dai figli delle vittime e, poi, interventi per aiutare gli orfani negli studi, nel lavoro e un fondo per il sostegno medico e psicologico. I senatori di Forza Italia, GAL e Lega hanno ieri impedito che le norme passassero con l’iter parlamentare più veloce, cioè quello della sede deliberante in Commissione che salta il passaggio in Aula. Immediata la polemica con l’intero PD che parla di decisione incomprensibile, pura tattica politica che colpisce i minori. Per uno dei senatori azzurri che ha posto il veto, Francesco Nitto Palma, il testo contiene non solo errori giuridici seri, ma anche il riferimento ai figli delle unioni civili o coppie di fatto. “Vogliamo licenziare rapidamente la legge ma cosa c’entra il femminicidio con gli assassini riguardanti le coppie omosessuali?”, domanda l’ex Guardasigilli. Si appella alle deputate forziste per far cambiare idea ai colleghi del Senato la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi. L’azzurra Mara Carfagna replica ironica: “È bello scoprire che il nostro impegno è concreto, lontano da strumentalizzazioni, mirato solo alla salvaguardia dei minori”. Parzialmente rassicurante, secondo i DEM, il Presidente dei senatori azzurri, Paolo Romani, per il quale, non appena saranno superate le imperfezioni tecniche, si potrà tornare in sede deliberante per accelerare l’approvazione di un provvedimento urgente.