Nel Partito Democratico, a 10 giorni dal voto per scegliere il nuovo segretario, la nuova identità, la nuova linea politica, ci si divide sulla figura di Giorgia Meloni: il partito infatti si infiamma perché nel corso di un'intervista, Bonaccini parla della Meloni come di "una persona che non è fascista ed è certamente capace", invitando tutti alla "misura nelle critiche". Critiche che lui stesso non risparmia su balneari e postura europea della presidente del consiglio, ma quella frase resta. Soprattutto dopo che Enrico Letta al New York Times aveva certificato un buon comportamento della premier su bilancio e Unione Europea, confermando un giudizio negativo su tutto il resto dei 100 giorni. Andrea Orlando ha commentato "c'è qualcosa che non va come si fa a dire che sono meglio di quanto ci aspettassimo?". Elly Schlein precisa di non essere d'accordo con Bonaccini. Provenzano affonda il coltello: è il governo peggiore di sempre. Bonaccini però non ci sta e replica: evidentemente a qualcuno piace vincere nei talk show, ma io la destra voglio batterla nelle urne. La polemica viene circoscritta, ma il clima è elettrico. Bonaccini e Schlein aspettano nel weekend gli ultimi voti dei circoli di Lombardia e Lazio che aprirà la strada al rush finale a due. Già 130 mila sono gli iscritti che sono andati al voto in attesa dei gazebo di domenica 26 febbraio. Da lì partirà la nuova storia del Partito Democratico. Per Elly Schlein il tema delle alleanze non è in discussione. L'idea è costruire un campo progressista in grado di vincere. Per Bonaccini non esiste alleanza che non abbia come perno i dem: "Noi da soli non bastiamo", ha decretato, "ma senza di noi sarà impossibile costruire un'alternativa alla destra". I 7 giorni del PD, si apriranno con il confronto fra i due principali contendenti in diretta su Skytg24. Lunedì alle 20.30. Bonaccini o Schlein, questo è il dilemma.