Piantedosi: impugneremo sentenza blocco Tribunale Roma

18 ott 2024
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Un viaggio a vuoto e un esperimento di gestione dei migranti sotto gli occhi dell'intera Comunità europea. È quello che rischia di diventare l'accordo tra Roma e Tirana sui centri per il rimpatrio se i giudici del tribunale di Roma non dovessero confermare il fermo dei primi approdati sulle coste dell'Albania. Quattro dei 12 migranti arrivati mercoledì nel Porto di Shengjin sono già stati trasferiti in Italia, due di loro erano minorenni gli altri due avevano problemi di salute. Mentre gli altri attendono nel CPR di Gjader, nell'entroterra albanese, l'esito della prima udienza di convalida per il trattenimento nell'hub, voluto dalla premier Giorgia Meloni. Scoglio principale per l'applicazione del modello Albania è la pronuncia del 4 ottobre della Corte di Giustizia dell'Unione Europea sui criteri per la definizione dei Paesi cosiddetti sicuri, sentenza a cui il tribunale capitolino deve attenersi e che potrebbe quindi far decadere il presupposto per trattenere i richiedenti asilo facendoli così trasferire in Italia. Nessun tentennamento da parte del Governo che per bocca del Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi si dice pronta a impugnare il blocco del trasferimento migranti in Albania da parte dei giudici, "Quando non si condivide una decisione giudiziaria la si impugna" ha detto il Ministro. Sul fronte europeo pregi e difetti dell'assetto Roma-Tirana sono in queste ore sotto gli occhi di tutti, da Bruxelles dove i leader dei 27 hanno concluso la due giorni del Consiglio Europeo, dopo l'invito della presidente della Commissione Ursula von der Leyen a esplorare la possibilità dei centri per il rimpatrio in Paesi terzi, anche l'Austria si dice aperta a una soluzione che definisce win-win vantaggiosa per tutti, mentre Paesi Bassi e Danimarca parlano di un metodo innovativo. La Francia invece tramite Manuel Macron invita a non agire in modo isolato sulle politiche migratorie nell'Unione mentre per la Germania di Olaf Scholz è importante rispettare il Trattato di Dublino. Le parole più dure sugli hub di rimpatrio però arrivano dalla Spagna di Pedro Sanchez che parla di un modello che mette a rischio i principi di solidarietà alla base dell'UE e critica il Governo Meloni per un approccio che non risolve problemi ma ne crea. Anche qui la risposta è affidata al Ministro dell'Interno che ha dichiarato di trovare singolari le accuse di chi, dice Piantedosi, in passato ha sparato contro i migranti alle frontiere.

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