Inno di Mameli, un minuto di raccoglimento per le vittime degli ultimi attentati terroristici e sullo sfondo il simbolo delle primarie, una matita tricolore formata da tre elettori. In platea i tanti delegati per la convenzione nazionale che sancisce il voto dei circoli e scandisce i tempi nella corsa ai gazebo. Sul palco ad avvicendarsi, e soprattutto a sfidarsi, loro, i tre contendenti: Matteo Renzi, Andrea Orlando e a distanza Michele Emiliano, in piena convalescenza, fresco di intervento al tendine d’Achille. Più di una polemica negli ultimi giorni, uno scontro destinato a salire nel partito, ma anche verso gli avversari. Forte del 67 per cento dei voti, l’ex Premier guarda avanti in direzione Ivrea e 5 Stelle. “La nostra sfida deve essere quella di rivendicare questo futuro da questa parte del campo, di dire che questa scommessa sul futuro che hanno fatto i 5 Stelle è una sfida che noi accettiamo a viso aperto, che non ci fanno paura”. “Loro scelgono attraverso le dinastie – dice Renzi – noi col voto democratico delle primarie”, ma il Segretario uscente attacca anche chi nel partito non accetta le regole della casa comune: “chi perde – dice – poi non bombardi sistematicamente il quartier generale”. Ma Renzi ce l’ha anche con l’Europa dell’austerity. “Serve la crescita”, avverte e annuncia il veto all’inserimento del fiscal compact nei trattati istitutivi. A Orlando manda a dire: “Il nostro popolo non è vero che non ci segue più, ma ci precede”. Proprio il Guardasigilli aveva alzato il tiro accusando Renzi di arroganza, di presunzione e di autosufficienza della quale liberarsi per uscire dall’isolazionismo nel quale ha portato il partito. “Qualche mattina fa sono andato ai cancelli di Mirafiori al primo turno delle 5,30. Sono andato così, senza clamori e senza telecamere, come hai fatto tu alla sanità, per ascoltare. È stato per me molto utile, vorrei dire bello, ma se mi avessero mandato via a calci non mi sarei stupito”. Scontro tra i due anche sulla legge elettorale da cambiare per il Ministro, ma i voti in Parlamento non ci sono, risponde Renzi, e allora andiamo lì a cercare, confrontandoci davvero, la controreplica; confronto come quello chiesto verso il popolo a 5 Stelle da Emiliano nel suo videomessaggio. “Noi dobbiamo uscire dalla logica di un uomo solo che salva tutti, ma dobbiamo entrare nella logica dei tutti che salvano ciascuno”. Nessun rinvio delle primarie, nessuna richiesta, assicura il Governatore pugliese, che pure ringrazia Orlando per la disponibilità. La campagna dei gazebo si farà. Chiusa la convenzione, la corsa alle primarie del 30 aprile è formalmente e ufficialmente cominciata.