Corsa al Colle, il centrodestra indica Berlusconi

15 gen 2022
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La formalizzazione della richiesta c’è. Ora manca soltanto lo scioglimento della riserva, ma Silvio Berlusconi è il candidato in pectore del centrodestra nella corsa al Quirinale. Tutti i leader della coalizione riuniti intorno all’ex Premier, a sostenerlo e a fugare ogni dubbio su una piena e totale fedeltà al Cavaliere. “Figura di esperienza, autorevole e adatta a ricoprire il ruolo”, spiegano. A Villa Grande, residenza romana di Berlusconi, da Salvini alla Meloni, da Toti a Lupi, all’UDC Cesa, passando per gli azzurri guidati da Tajani e, con loro, il braccio destro Gianni Letta che aveva speso parole di unità e chiesto scelte nell’interesse del Paese e che, soprattutto, era passato poco prima da Palazzo Chigi, tutti sono con il Cavaliere, verificando però i numeri entro la prossima settimana in un nuovo vertice. "Abbiamo ritenuto che la figura di Silvio Berlusconi, per la storia del centrodestra e per la sua figura istituzionale e anche internazionale, sia la figura più rappresentativa della storia del centrodestra e di questa maggioranza relativa dei grandi elettori". “Servono certezze”, fanno sapere i leader di Lega e Fratelli d’Italia. Anche per questo -e con l’aiuto dei fedelissimi- Berlusconi insiste affinché le Camere garantiscano il voto di tutti i grandi elettori, positivi al Covid compresi. Si parte dai teorici 450, poco più dell'alleanza, e si punta ad arrivare ad almeno 600, per essere ragionevolmente sicuri e al riparo da franchi tiratori. Dalla quarta votazione ne serviranno 505 ma il Cavaliere è convinto di potercela fare. Salvini rimarca la compattezza del centrodestra, ancora una volta, e ancora una volta avverte: “Se Draghi va via dal Governo si aprirebbero mille incognite”. E, insieme a Giorgia Meloni -che, con la sola eccezione di Coraggio Italia, ottiene il no al proporzionale della coalizione, punta a fortificare la proposta del centrodestra, lasciando aperta la porta a un piano di riserva ma con il pallino in mano. Sul fronte opposto il muro del centrosinistra e dei pentastellati. Delusione tra i DEM che parlano di candidatura divisiva. “Il candidato deve essere unitario, non un capo politico”, afferma Enrico Letta. Per l’ex Premier Conte e guida dei 5 Stelle è inaccettabile e irricevibile. Mentre Matteo Renzi vede solo melina e, soprattutto, "un passo indietro per Berlusconi", dice il leader di Italia Viva, pronto a votare un nome di centrodestra, ma non il Cavaliere.

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