Primarie o politiche che siano, il clima è quello pre-elettorale. Dopo qualche giorno di tregua, con Matteo Renzi in California, nell’arcipelago centrosinistra volano gli stracci. Straccio 1: lo lancia l’ex premier. “D’Alema ha scritto, diretto e prodotto la scissione del Pd”, dice Matteo appena tornato in televisione. Straccio 2: intervista a D’Alema. “Non alimento ossessioni. Bisogna ridimensionare il rottamatore che ha svuotato la sinistra dei suoi valori” aggiunge. Rasoiata più che straccio. Straccio 3, 4 e 5. Bersani, alla vigilia della formazione dei nuovi gruppi parlamentari, va a Modena, al primo appuntamento pubblico. “Il vero regista della rottura è Renzi. Non ha nemmeno replicato alle nostre proposte in Assemblea ed è andato in California. Su Gentiloni, Matteo aveva detto che deciderà lui stesso quanto dura il suo Governo. Bersani chiarisce “Noi stabilizziamo l’Esecutivo. L’instabilità arriva da un’altra parte”. E poi: “Il Pd a trazione renziana non è in condizione di organizzare un grande campo di centrosinistra. Senza un grande campo di centrosinistra vario, plurale e largo, vince la destra adesso in questo Paese. Perché adesso? Perché stiamo andando contro un muro”. Fronte primarie. Orlando contesta che la scissione sia tutta colpa di D’Alema. “Non si può ricondurre tutto a lui, tante persone hanno perduto la speranza nel Pd” dice il Ministro della giustizia. “Emiliano poi pure lui va in TV, invita anche i non democratici ad andare a votare alle primarie se vogliono mandare via Renzi”. Un altro bello straccio.