“Solo insulti. Dopo un anno di Governo, se Conte preferiva il PD poteva dirlo”. Finisce sbattendo la porta il rapporto fra Matteo Salvini e Giuseppe Conte, che segna anche la fine del Governo giallo-verde. Il Presidente del Consiglio, ormai dimissionario, bacchetta in Aula il suo ex Ministro dell'Interno e lo definisce irresponsabile e opportunista. Inoltre, a suo dire, reo di non avere il coraggio di far cadere il Governo, a seguito, nel pomeriggio, del ritiro della mozione di sfiducia della Lega. Il Ministro dell'Interno dice: ora è tutto chiaro, l'accordo con il PD è in atto da tempo. “Adesso mi spiego tanti no arrivati nelle settimane passate a riforme comprese nel contratto di governo”. “Rifarei tutto quello che ho fatto” si apre così il discorso in Senato di Matteo Salvini, che dopo aver ascoltato le parole di Conte, sale nei banchi della Lega e spiega le ragioni dell'apertura della crisi. Voglio un'Italia del fare, voglio una manovra economica coraggiosa, ma ho ricevuto solo no dai miei alleati, dice il Segretario della Lega. Anche altri Paesi europei vanno al voto in ottobre, spiega ancora Salvini, che vuole sfatare il fatto che il voto in autunno metta a rischio la manovra economica. Chi ha paura del giudizio del popolo - dice Salvini - non è un uomo libero. Qui c'è gente che vuole solo salvare la poltrona. L'Italia è l'unico Paese che non vuole ridare la parola agli elettori ma preferisce l'inciucio, dice ancora Salvini, che poi difende l'uso dei simboli religiosi, come il rosario, dopo che Conte lo aveva rimproverato nel corso del suo discorso. Ricorda poi come i suoi ormai ex alleati abbiano votato la sfiducia a Conte la scorsa settimana sulla TAV mentre ora lo difendono. Il Premier ha anche ripreso la vicenda russa rimproverando il titolare del Viminale di avere evitato di riferire in Aula. Salvini non ribatte sul punto e ribadisce che la Lega risponde al popolo italiano e non alla Merkel o a Macron. “Però, a proposito di quello che ha fatto questo Governo, vi vedo a portare avanti la legge di riforma sulle banche e a risarcire i risparmiatori truffati con Maria Elena Boschi; vi vedo a riformare il CSM con Lotti; vi vedo a fare la riforma del lavoro con Matteo Renzi, il padre del Jobs Act. Vi vedo”. La chiusura dell'intervento di Salvini è una porta aperta: sono disposto - dice il Ministro dell'Interno - a votare il taglio dei parlamentari e poi andare al voto. Ma il tempo è scaduto, Conte ha già deciso: il Governo giallo-verde non esiste più.