Le parole che stanno volando da giorni in tema di rapporti fra poteri politico e giudiziario sono sempre più forti e coinvolgono partiti, membri delle istituzioni, si dividono anche le correnti della magistratura. Prima sulla decisione partita dal tribunale di Roma di far rientrare i migranti dall'Albania, in seguito sulla mail del sostituto procuratore di Cassazione Patarnello che definiva Meloni più pericolosa di Berlusconi, rilanciata dalla stessa Premier, infine sulle parole del Presidente del Senato La Russa secondo cui per evitare liti e confusione sui confini tra poteri si potrebbe cambiare la Costituzione. Ecco, su tutto questo le distanze sono enormi. L'intero Centrodestra è impegnato a stigmatizzare la magistratura politicizzata e la condotta di Patarnello, con inviti a iniziative disciplinari e Salvini che ne chiede il licenziamento. Parole oscene, replica il PD, in prima linea anche, con 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, nelle reazioni durissime alle frasi di La Russa definite variamente gravissime, vergognose, eversive. Al contrario il Centrodestra contrattacca parlando di inaccettabili strumentalizzazioni. "Mai detto né pensato che occorra sottoporre i pubblici ministeri all'esecutivo. Al contrario ho detto chiaramente che maggioranza, opposizione e magistratura concordemente devono risolvere la questione dei confini tra le funzioni della politica e quelli della magistratura". "Quando un Presidente del Senato, seconda carica dello Stato, dice che bisogna cambiare la Costituzione per limitare i poteri della magistratura significa che vuole manomettere la Costituzione e dare un colpo forte all'indipendenza della giustizia nel nostro paese". L'indignazione e la preoccupazione esternata a più riprese dal sindacato delle toghe ANM ha come contraltare la posizione più moderata e chiaramente apprezzata dalla maggioranza nella corrente di Magistratura Indipendente secondo cui il Premier non deve essere un avversario e va rispettato.