"È impossibile per me non provare una specie di vertigine, ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo, del 1938, sconsolata e smarrita fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco della scuola elementare e che quella stessa oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato". La voce è ferma, ma l'emozione è nei ricordi personali che si sommano alle ricorrenze storiche, come 100 anni, quest'anno, dalla marcia su Roma preludio della dittatura fascista e delle leggi razziali. Liliana Segre, 92 anni, sopravvissuta ad Auschwitz presiede la prima seduta di Palazzo Madama con un discorso che di solito è di rito ma che nelle sue parole diventa manifesto politico. Il primo richiamo è a tenere fuori la politica urlata. Poi alla costituzione, testamento di 100.000 morti caduti per la libertà, il cui capofila fu Giacomo Matteotti, il deputato socialista ucciso dai fascisti nel '24. Se le energie spese da decenni per cambiare la Carta fossero state impiegate per attuarla, il nostro sarebbe un Paese più giusto e felice, dice Segre. Il richiamo più forte arriva con l'appello a ritrovarsi in occasione delle festività civili. 25 aprile Festa della Liberazione, 1 maggio Festa del Lavoro, 2 giugno Festa della Repubblica. Non è l'unico terreno sul quale Liliana Segre auspica il superamento degli steccati e con la forza della sua storia personale richiama tutti all'assunzione di una comune responsabilità. "È quello della lotta contro la diffusione del linguaggio dell'odio, contro l'imbarbarimento del dibattito pubblico".























