Non è mai stato vero amore, ma adesso è guerra aperta tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo; i due si sono sopportati a lungo, supportati il giusto per tenere a galla il movimento; ma il futuro dei 5 Stelle è la miccia che ha fatto deflagrare definitivamente lo scontro. Tutto parte da lì, dall'assemblea costituente. Dopo le varie fasi preparatorie dovrebbe riunirsi il 4 ottobre ma non è escluso che possa slittare la data. Conte la vuole per discutere tutto nome simbolo limite dei due mandati e qui interviene Beppe Grillo che prima scrive sul suo blog per una moral suasion che non ottiene gli effetti sperati, Conte infatti gli manda a dire che si va avanti e che si discute tutto. Quindi il 5 settembre scorso, Grillo incarica i suoi avvocati e manda una diffida ufficiale e mette dei paletti: nessuna consultazione tra gli iscritti potrà avere in oggetto eventuali modifiche del nome del Movimento 5 Stelle nelle modifiche o nell'uso del simbolo o della regola dei due mandati scrive minacciando di intervenire nel caso si decida di proseguire. Conte replica a muso duro: caro Beppe da garante custode dei valori tu puoi agire con una moral suasion ma di certo non puoi esercitare un supposto diritto di veto o addirittura l'inibizione della consultazione assembleare su uno o più temi della vita del movimento. Ma non finisce qui. Conte infatti tocca un filo ad alta tensione. I contratti che Grillo ha con il movimento. Conte visto il comportamento del garante ne valuta la sospensione e la cancellazione. Il Movimento è in subbuglio, i parlamentari raccontano di riunioni dei due protagonisti con i rispettivi legali per studiare le prossime mosse tutti appesi tutti in attesa con il naso in su a guardare che fine faranno le stelle del Movimento.