Superbonus, stop a sconti e cessione credito

16 feb 2023
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Giorgia Meloni è collegata da casa. Il persistere dei sintomi influenzali non le permette di prendere parte in persona al Consiglio dei Ministri che sancisce la fine del superbonus così come l'abbiamo conosciuto sino ad oggi. La Premier non sta bene da lunedì e si vede costretta ad annullare tutti gli appuntamenti della settimana, compreso l'incontro con la Presidente del Parlamento UE Roberta Metsola e la partecipazione alla conferenza sulla sicurezza di Monaco. Non rinuncia però a guidare il CDM che dice basta alla cessione dei crediti ed allo sconto in fattura per i nuovi interventi, si torna alla vecchia normale detrazione spalmata su più anni. "C'è state una lievitazione dei crediti e ahimé, ahimé, è mancata in un Governo precedente una pianificazione e si è lasciato lievitare il numero dei crediti senza controllo." Insomma mettere ordine ed evitare che nel caos i costi per lo Stato si facessero insostenibili. La nuova norma riguarda i lavori da qui in avanti, sono esenti quelli già iniziati o deliberati delle assemblee condominiali. Non finiscono i bonus, dicono da Palazzo Chigi, finisce una giungla di scambi di credito difficili da controllare. "È chiaramente una misura di impatto che si rende necessario per, diciamo così, bloccare gli effetti di una politica scellerata." Lunedì l'incontro con delle associazioni di categoria per gestire il passaggio nel modo meno traumatico possibile. Palazzo Chigi porta a se anche la gestione del PNRR, sino ad ora in gran parte affidata a strutture tecniche collegate. Una riorganizzazione che servirà a realizzare il piano più velocemente e a non sprecare le risorse in arrivo da Bruxelles. "Il decreto ha due questioni di fondo. La prima, il tema della governance sia sul piano nazionale di ripresa e resilienza che sulla politica di coesione. Sulla politica di coesione, il Governo procede con questo decreto alla soppressione dell'Agenzia della coesione e alla riorganizzazione di queste competenze all'interno del dipartimento delle politiche di coesione." Sul recovery la collaborazione con la Commissione è ottima spiegano dall'esecutivo, confermando che non ci saranno richieste di dilatare i tempi per realizzare i progetti. Entro il 2026 il piano dovrà essere completato.

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