Un'attività improntata al dialogo che nel pieno rispetto dei limiti di discrezionalità delle scelte politiche deve continuare a garantire la tutela dei diritti fondamentali e la difesa del primato della democrazia parlamentare. La Corte Costituzionale è e deve restare questo un compito delicato, difficile, ma essenziale per sua stessa natura. E' il presidente Giovanni Amoroso nella sua relazione sull'attività annuale della Corte a spiegare il senso dell'istituto organo costituzionale dello Stato. La missione stessa di giudice delle leggi inserita, però, si sottolinea in un più ampio contesto di leale collaborazione tra i poteri istituzionali. L'indipendenza della magistratura è un pilastro dello stato di diritto e va preservata, ma la critica è sempre possibile del resto, spiega, lo scontro politica toghe non è nuovo, così come la preoccupazione di un debordamento dai poteri. Esistono però strumenti ordinari o in ultima analisi, il pronunciamento della stessa Consulta che resta il garante dell'equilibrio, sebbene una riforma che aggiusti questo equilibrio sia sempre possibile. "Quello che non è accettabile è che ci possano essere degli attacchi personali. Il governo dei giudici, citavo quel volume stamattina, certamente non è auspicabile però sarebbe anche preoccupante un governo senza giudici." Quanto poi al tema del terzo mandato chiarisce. "Vale per la Regione Campania, la cui legge è oggetto di scrutinio di costituzionalità ma vale per tutte le regioni, quali? Quelle ordinarie." Gli esempi dell'attività giurisprudenziale della Corte nell'anno appena trascorso sono molteplici, resta il cuore dell'attività e il controllo di legittimità sul potere legislativo, ivi compreso quello del governo, attraverso la decretazione che deve continuare a corrispondere ai requisiti di urgenza, necessità e anche omogeneità. Insomma, l'operato della Consulta resta vitale per il funzionamento della macchina dello Stato oggi in tempi difficili più che mai. .